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Raffaele Ibba
Il Natale di Solgenitzin
In questo tuo Natale di furori
corre un vento di siberie
che ancora arrotola quest’inverno dei nostri destini
dove anche gli storni faticano a rintracciare
le scelte dell’estate
e le vigorose danze della primavera
sono negate alle rondini
in nome della pubblica sicurezza
e della libertà personale
soltanto per chi ha i redditi.
Vogliono terminate tutte le migrazioni
e negli affossati equilibri dei poteri
sferracchiano urla di compiacimento
i nostri augusti millesimati
con chimiche bollicine artificiali
e cloruro di sodio al posto del sangue,
divertiti
dal crescere dei loro capitali
negli immensi ripostigli produttori di marketing
per traffici di bambini e prostituzioni di ogni bordo.
Ma tu lo sai
che questo vento di oggi è gremito di un gelo
rassegnato
dallo stancare i cuori
induriti dall’abbraccio delle morti artificiali
praticate ovunque
da Guantanamo a Mosca
agli splendidi palazzi proibiti
di tutte le città proibite
a chi non ha i redditi.
Questo vento di oggi che soffia tramontane
popolate di cadaveri ancora viventi
dopo il trattamento correzionale
per farli parlare
in nome di una libertà
innervata
sulle menzogne dei tirapiedi
e accuratamente protetta
dall’allegria delle rondini
e dalla quieta solitudine dei poeti
cantori isolati e lieti
della memoria dei tuoi gulag
e della narrazione
di troppe nostre attuali galere
preziose per questi deliberati
aguzzini di ieri
e sbadati padroni degli attuali vapori
finché
alto sull’orizzonte dei giorni
salirà un piccolo caldo sole di primavera
e le rondini
felici della vita
torneranno a sfrecciare
incalorendo infine
queste nostre gelide siberie metropolitane.
ultimo aggiornamento:
sabato 10 gennaio 2004 13.29.25