CE.NA.RI.
Fondo Le Avanguardie-Bollettario
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Elenco degli articoli di Nadia Cavalera
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ANGELA GIUFFRIDA
Il silenzio delle donne
Una equazione infondata
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Bollettario.it è la versione telematica della rivista cartacea Bollettario (quadrimestrale di scrittura e critica), fondata e diretta da Edoardo Sanguineti e Nadia Cavalera. La rivista (oggi al n.39, con 21 fascicoli) è organo dell'Associazione Culturale Le Avanguardie, nata a Modena nel gennaio del 1989, col fine precipuo di riprendere e rifondare il concetto globale di "avanguardia", legandolo ad una condizione permanente e di massa, (nel senso di ampia condivisione delle istanze antagonistiche e della prassi politica di fondo). Unitamente al dibattito letterario teorico-critico, e all'attenzione per ogni ambito artistico, Bollettario ha realizzato, negli anni, raccolte poetiche esclusive (sempre con testo originale a fronte, talora manoscritto) da tutto il mondo: Spagna, Cina, Nicaragua, Ungheria, Russia, Andalusia, Irlanda, Armenia...Il numero sul Kurdistan, del 1991, ha costituito la prima antologia organica, (dal 1400 ad oggi), presentata in Italia. Massimo, nel panorama delle riviste letterarie, il suo impegno contro la guerra, con la mobilitazione di ben oltre cento autori tra i maggiori scrittori e poeti italiani, nel n.29 (maggio 1999: "Chiamata contro le armi") e nel n.37 (gennaio2002: "No alla guerra sempre e comunque").
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Il blog di Bollettario
Premio Alessandro Tassoni
Il sito ufficiale di Nadia Cavalera
BOLLETTARIO, indici aggiornati
Bollettario n°1 SPAGNA
anno I - Gennaio 1990
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°2 CINA
anno I - Maggio 1990
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavaleraredazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°3 UNGHERIA
anno I - Settembre 1990
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°4 PORTOGALLO
anno II - Gennaio 1991
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°4 bis NASCITA DEL GRUPPO '93
anno II - Gennaio 1991
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°5/6 KURDISTAN
anno II - Maggio / Settembre 1991
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°7 AUSTRIA
anno III - Gennaio 1993
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°8/9 NICARAGUA
anno III - Maggio / Settembre 1992
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Marcello Frixione , Tommaso Ottonieri
Bollettario n°10/11 IRLANDA
anno IV - Gennaio / Maggio 1993
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°12/18 ANDALUSIA
anno IV-VI - Settembre 1993 /settembre 1995
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°19/20 PER LUCIANO ANCESCHI
anno VII - Gennaio / Maggio 1996
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°21 Sul Convegno Avanguardia e comunicazione - Sul Progetto culturale altro
anno VII - Settembre 1996
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°22/23 Sul Convegno Avanguardia e Postmodernità
anno VIII - Gennaio / Maggio 1997
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°24/27 RUSSIA
anno VIII-IX - Settembre 1997 / Settembre 1998
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°28 CONTRO LA GUERRA NEL KOSOVO (Bollettario nero)
anno X - Gennaio 1999 (uscito a marzo)
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°29 CHIAMATA CONTRO LE ARMI
anno X - Maggio 1999
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
Bollettario n°30/33 FAVOLE CURDE
anno X-XI - Settembre 1999 / Settembre 2000
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°34/36 ITALIA (Dialogo tra Cavalera, Delli Santi, Lubrano, Muzzioli, Sproccati, testo introduttivo del libro SPA mai pubblicato)
anno XII - Gennaio/Settembre 2001
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°37 NO ALLA GUERRA SEMPRE E COMUNQUE
anno XIII - Gennaio 2002
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°38 ARMENIA
anno XIII - Maggio 2002
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°39 {[(s)(pe}{(cu)[(l(a)]zioni)]} 1
anno XIII - Settembre 2002
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°39 bis Per GUIDO GUGLIELMI
anno XIII - Settembre 2002
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°40/41 FRANCIA (prima parte)
anno XIV - Gennaio/maggio 2003
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°40/41 FRANCIA (seconda parte)
anno XIV - Gennaio/maggio 2003
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°42 Per la COSTITUZIONE ITALIANA
anno XIV - Settembre 2003
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°43/45 {[(s)(pe}{(cu)[(l(a)]zioni)]}2
anno XV - Gennaio/settembre 2004
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°46/48 POLONIA
anno XVI - Gennaio/settembre 2005
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°49/51 {[(s)(pe}{(cu)[(l(a)]zioni)]} 3
anno XVII - Gennaio/settembre 2006
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera , Filippo Bettini , Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
Bollettario n°52/54 Per GIANNI TOTI- Sul CASO SADDAM
anno XVIII - Gennaio/settembre 2007
direzione: Edoardo Sanguineti - Nadia Cavalera
redazione: Nadia Cavalera, Filippo Bettini, Francesco Muzzioli
segreteria: Diego Sessa
“La scoperta dell’Alba”, in anteprima allegorica il manifesto politico di Walter Veltroni
di
Nadia Cavalera
L’uomo è rotto dentro, nel senso che è mal funzionante, imperfetto e contagia di questa sua condizione la famiglia (spesso rotta nelle sue dinamiche interne), ma anche la città (rotta nei rapporti interpersonali, sociali), lo stesso mondo, che va sempre più giù a rotoli. Financo la natura sempre più a pezzi.
E se l’uomo è ad immagine di Dio, c’è evidentemente un difetto d’origine, una materia Dio imperfetta, che si riproduce continuamente, diversamente ed instancabilmente nel tentativo di superarsi. Senza alcun successo finora. L’uomo comune cosa deve fare? Arrendersi o reagire come ha sempre fatto dacché è comparso sulla Terra?
Dopo tante arrovellate figure di inetto, uomo impotente ad agire, senza qualità o schiacciato dall’insignificanza della sua essenza, che hanno attraversato la letteratura del Novecento, Giovanni Astengo, il protagonista de “La scoperta dell’alba” di Walter Veltroni, reagisce.
Lui, uomo rotto, con una moglie rotta dall’aver procreato una figlia rotta perché down peraltro amatissima e definita non a caso “origine del mondo”, vince con sorprendente vitalità.
E’ comunque il concetto di rottura, variamente richiamato morfologicamente (ora con un aggettivo, ora con un avverbio, un verbo o solo un sinonimo) a costituire la chiave per comprendere questo romanzo asciutto, essenziale come i tempi richiedono, lieve e denso nel contempo.
Vediamolo nello specifico.
Verso i quarant’anni, un dipendente ministeriale, addetto all’archivio di Stato (sezione lettura e catalogazione di diari), dopo aver vissuto per lunghi anni una vita all’apparenza regolartradizionale, in profondità rotta dall’improvviso e immotivato abbandono del padre, subìto a 13 anni, trova la forza insperatamente di riaffiorare dalla sua intima prostrazione di frantumata indeterminatezza e affrontare, risolvendolo, il vecchio nodo rimosso.
Lo fa col mezzo che più gli è familiare per il lavoro svolto: la stesura, a sua volta, di un diario, strumento da lui molto apprezzato perché depositario del “senso ultimo dei giorni di qualcuno”. Lo fa nel luogo più solitario della casa: la soffitta, come spazio memoriale della mente. Lo fa nel tempo cui lo costringono i sistematici risvegli precoci, quasi a marcare un’improrogabile urgenza esistenziale: la prima luce del giorno, tra la notte e l’aurora.
Così il protagonista, Giovanni Astengo, “pianificatore” di vocazione (di qui il nome di un noto urbanista del ‘900), gioco forza per l’orologio biologico, scopre e apprezza l’alba in tutte le sue sfaccettature e variazioni, nelle sue possibilità di carica vitale. Un’alba che nelle minute annotazioni piene di rimandi letterari (Calvino, Basile) non è solo fisica, ma rappresenta figuratamene la sua condizione psichica, di schiusa verso una vita piena, di tensione dunque verso il superamento di un’empasse: indice di un punto di rottura. Alba come speranza di ricomposizione futura. Di riscossa.
Ma se il tema dell’alba è la colonna sonora emozionale che accompagna il dipanarsi del racconto in cui il protagonista ripercorre con levità la sua vita in un’indagine però serrata fino a venirne a capo, sarà il televisore privo di audio, a fare da scenografia mobile, mutevole, come “un colore di traverso”, sconcio, che va male, contrario ai propri desideri perché fatto di sangue, carcasse di auto esplose, tsumani, ballerine che non ballano, polli all’influenza, madri con figli straziati in braccio, incendi, il canto dei ghiacciai morenti…mentre si rompono nel mare. Insomma il presente, con tutto il suo peso negativo da rimuovere e che non può che essere leopardianamente “muto”, senza comunicazione, inaccettabile nella sua incomprensibilità per chi, rimestando nelle macerie del passato, si accinge alla sua manutenzione ed è proteso al futuro, all’avverarsi di un “giorno” pieno, integro nella sua compiuta eloquenza di valori. Per quanto possibile perfetto.
Come praticabile, dopo molte cure, riuscirà a rendere il giardino della vecchia casa di campagna, non più frequentata dopo l’allontanamento del padre, e che ritorna a visitare proprio in quell’estate torrida in cui, più libero da figli e moglie (tutti all’estero per vari motivi) avvia il diario.
Questa casa, immersa nel verde, dalla facciata ricoperta d’edera, le stanze ampie e vuote, alcuni oggetti ben noti sparpagliati qua e là , svolge un ruolo determinante, anzi risolutivo. Quasi trasposizione della soffitta, materializzazione traslata dei suoi pensieri più remoti, costituisce quel passato, che Astengo non aveva mai affrontato, ed il vasto giardino intorno, (con l’albero su cui lo zio aveva registrato con tacche la sua altezza), misterioso, intricato, complesso, rappresenta l’incrostazione di una cieca rimozione. Tant’è che man mano che il protagonista, tramite l’ingenuo stratagemma di una telefonata impossibile con se stesso bambino, chiarisce la vicenda personale della sua adolescenza, il giardino da giungla si trasformerà in un “prato ragionevole”.
E’ la casa, che lui prima aveva sempre evitato, a permettergli il tuffo nel passato, da lui schivato perché troppo doloroso e insostenibile. La casa, pregna del suo passato, avvierà il processo di autoanalisi, la precisa riconsiderazione di ogni minimo particolare, che, col supporto di ricerche in biblioteca, in internet, di incontri, gli daranno la soluzione che cercava: il padre non li aveva abbandonati per capriccio, ma spinto dalla paura di essere scoperto quale mandante dell’omicidio del suo più caro amico, per prenderne il posto: il professore Tessandori, preside della Facoltà di Architettura.
Dunque il padre tanto idealizzato era un semplice opportunista. Peggio, uno squallido soggetto che per le sue mire personali non aveva esitato a manipolare e sfruttare alcuni ingenui fanatici terroristi.
E qui si direbbe che l’autore faccia trasparire la sua personale idea sugli anni di piombo: una pura follia, tanto più in quanto i veri burattinai sono sempre quelli che dominano, che stanno in alto, mascherati, perniciosi per qualsiasi libertà.
A cercare di combatterli non basterà certo l’allusione in questo libro, che comunque, dacché il suo autore si è assunto il compito di guidare il neonato fragile partito democratico, può senza ombra di dubbio considerarsi l’anteprima del suo programma politico. In nuce, allegorica.
Potrà il politico Walter Veltroni, con la sua controllata vitalità, far scoprire l’alba di un nuovo giorno anche alla nostra Italia rotta e disgregata?
Lo speriamo, tra tante paure.
Modena, 13 luglio 2007
Bollettario n°52 - Anno XVIII
(Gennaio 2007)
disponibili, su richiesta, 101 esemplari in cartaceo
Consulta della Cultura - LE AVANGUARDIE
dedicato a Karol Wojtyła
POLONIA a cura e traduzione di Anna Śnieżyńska
con la collaborazione di Nadia Cavalera
Nadzieja, ktòra sięga poza kres La speranza che guarda oltre la fine di
Karol Wojtyła (Giovanni Paolo II)
Po Nadzieja dźwiga się w porę ze wszystkich miejsc,
jakie poddane są śmierci -
nadzieja jest jej przeciwwagą,
w niej świat, ktòry umiera, na nowo odsłania swe życie.
Ulicami przechodnie w kròtkich bluzach, z włosami, ktòre spadają na kark,
przecinają ostrzem swoich krokòw
przestrzeń wielkiej tajemnicy,
jaka rozciąga się w każdym z nich między śmiercią własną i nadzieją:
przestrzeń biegnącą w gòrę jak głaz słonecznej plamy
odwalony od drzwi grobowych.
W przestrzeni tej, w najpełniejszym świata wymiarze,
JESTEś;
i wtedy ja mam sens i moje w gròb opadanie
i przechodzenie w smierć -
a rozpad, ktòry mnie czyni prochem niepowtarzalnych atomòw,
jest cząstką Twojej Paschy.
Wędruję więc po wąskim tej ziemi trotuarze,
środkiem biegną pojazdy, odrywają się kosmiczne rakiety...
w tym wszystkim jest ruch odśrodkowy
(człowiek... fragment świata uruchomiony inaczej... )
ruch ten nie dociera do jądra nieśmiertelności,
nie wyzwala od śmierci -
[...]
La speranza si solleva al momento giusto da tutti i luoghi,
sottoposti alla morte -
La speranza ne è il contrappeso,
in essa il mondo morendo nuovamente dispiega la vita.
Per le strade i passanti in corte camicie, dai capelli lunghi sulla nuca,
tagliano con la lama dei loro passi
la distesa del grande mistero,
che si svolge in ognuno di loro tra la propria morte e la speranza:
la distesa che vola su come il macigno della macchia del sole
scaraventato davanti al sepolcro.
In questo spazio, nella pienezza della forma del mondo,
CI SEI;
e in questo io ho senso e il mio scendere nella tomba
e transitare nella morte -
e la dissoluzione in polvere di atomi irripetibili,
è una particola della Tua Pasqua.
Girovago allora sull' esiguo marciapiede di questa terra,
in mezzo corrono vetture, si staccano missili interplanetari…
ovunque c'è un movimento centrifugo
(l'uomo… un frammento del mondo avviato diversamente…)
questo movimento non raggiunge il nucleo dell'immortalità,
non salva dalla morte -
[...]
Nie zanoś dziewczyny Chrystusowi Non portare la ragazza a Cristo di
Krzysztof Siwczyk
Południe Dom towarowy wypchany po brzegi
jak wąż kończący połykać małego królika
Głośno Sprzedawca zakopiańskich kapci stoi
przed wejściem budynku i zaciera ręce
Patrzę Zaczynam szukać w kieszeniach swoich
wczorajszych dłoni które muskając migdałowe łopatki
uprowadziły trochę dziewczęcego ciepła
Przypominam sobie dłonie które zaniosły
w rynnach linii papilarnych - skradzione ciepło Chrystusowi
wiszącemu na krzyżu w przeciągu brzydkiego kościoła
W przestrzennej instalacji Jego żeber
wygadała się cała zapamiętana przeze mnie pieszczota
Nagle dłonie spłoszone chłodem drewna i skóropodobnej farby
zapomniały ciepła dziewczyny Nagle
Południe Dom towarowy wypchany po brzegi
Mezzogiorno Centro commerciale riempito fino all'orlo
come un serpente con un coniglietto ancora nel gozzo
Rumorosamente il Venditore delle ciabatte di Zakopane* sta in piedi
davanti all'entrata dell'edificio e si stropiccia le mani
Guardo Mi metto a cercare nelle mie tasche
le mani di ieri che sfiorando le scapole mandorlate
hanno sottratto un po' di calore di ragazza
Mi ricordo le mani che hanno portato
alle grondaie delle linee palmari - il calore rubato a Cristo
che pende dalla croce nello spiffero di una brutta chiesa
Nella collocazione spaziale delle Sue costole
è scappata via tutta la carezza ricordata
All'improvviso le mani spaventate dal fresco del legno e della tinta
similpelle
hanno dimenticato il calore della ragazza All'improvviso
Mezzogiorno Centro commerciale riempito fino all'orlo
Il Venditore delle ciabatte di Zakopane* tira via la bancarella
Ho ritrovato vuote le mie mani
* cittadina montanara, la stazione climatica dei Tatra più popolare della Polonia, sempre affollata e d'inverno e d'estate
- Dzikie dzieci / Bambini selvaggi
- Autostrada w okolicach Triestu / L'autostrada nei pressi di Trieste
- Ofiary losu / Vittime della sorte
- Nic z tego / Nulla da fare
- Jesteś moim przeciwieństwem / Sei il mio contrario
- W pełnej gotowości stawiam się / Mi presento in perfetta prontezza
Zły księżyc Cattiva luna di
Agnieszka Osiecka
Bój się, księżycu, bój,
bój się tej nocy tak samo jak ja,
płyńmy bezsenni po kocich łbach,
po czarnym asfalcie przestrzeni...
Będziemy się kolebali,
bardzo będziemy się bali,
coś obejrzymy, coś wypijemy,
może dotrwamy do rana, które się w końcu rozbieli,
jeżeli, jeżeli, jeżeli...
A jeżeli nie, a jeżeli nie,
to trudno, to bęc,
do widzenia,
żegnajcie miastka i wioski,
żegnajcie kochanki, i żony, i piękne wspomnienia,
a także - wolne wnioski.
Bój się, księżycu, bój,
bój się tej nocy tak samo jak ja,
Pan Bóg wymyślił nas w ciemnych snach,
po czarnym koncercie jesieni...
Musimy płynąć wciąż dalej,
w pętlach wąwozów i alej,
coś zaśpiewamy, coś przemilczymy,
może dotrwamy do jutra,
które się w końcu rozbieli,
jeżeli, jeżeli, jeżeli...
Temi, luna, temi,
temi questa notte come la temo io
nuotiamo insonni sopra ciottoli
sopra l'asfalto nero dello spazio...
Ci culleremo,
avremo tanta paura,
qualcosa guarderemo, qualcosa berremo,
forse resisteremo fino a che il mattino finalmente s'imbiancherà
se, se, se...
E se no, e se no,
allora peccato, allora patatrac
arrivederci
addio paesi e villaggi
addio amanti, e mogli, e bei ricordi,
e, anche, libere conclusioni.
Temi, luna, temi,
temi questa notte come la temo io
Dio ci ha ideato in sogni scuri,
dopo il nero concerto dell'autunno...
Dobbiamo nuotare sempre in avanti,
nei lacci dei burroni e dei viali,
qualcosa canteremo, qualcosa taceremo,
forse resiteremo fino a che il domani,
finalmente si imbiancherà,
se, se, se...
- Umrzeć z miłości / Morire per amore
- Tramwajowi ludzie / Gente dei tram
- Kamień z serca / Un peso dal cuore
- Małgośka / Margherita
Chodzę i pytam Cammino e chiedo di
Rafał Wojaczek
Chodzę i pytam: gdzie jest moja szubienica?
W czyim ogrodzie, w jakim lesie rośnie?
Na jakiej miedzy pasie cień kobiecy?
Na którym rynku świąteczną choinkę?
W jakim pokoju zwiesza się nad stołem
Uprzejma pętla, bym ją szyją przetkał?
Na jakich schodach nareszcie ją spotkam?
Na którym piętrze sznur sobą wyprężę?
W której to stronie głowę ku niej skłonię?
W jakiej piwnicy, hałasie czy ciszy?
Na jakim strychu, ciemnym albo widnym?
W jakim klimacie, gorącym czy zimnym?
Cammino e chiedo: dov'è la mia forca?
Nel giardino di chi, in che bosco cresce?
In che cavità pascola l'ombra femminile?
In che piazza l'albero di Natale?
In che stanza pende sulla tavola
Un cappio gentile per infilare il mio collo?
Su che scale finalmente la incontrerò?
A che piano lo spasimo della mia corda?
Da che parte girerò la testa a cercarla?
In che cantina, con rumore o in silenzio?
In che soffitta, buia o assolata?
In che aria, calda o gelata?
- Pięć zdań o włosach / Cinque frasi sui capelli
- Prośba / Domanda
- Bądź mi / Sii per me
- Dla Ciebie piszę miłość / Per te scrivo l'amore
- Ojczyzna / Patria
- Kobiecosć / Femminilità
- Powieszony / Impiccato
Człowiek człowiekowi L'uomo per l' uomo di
Edward Stachura
Człowiek człowiekowi wilkiem
Człowiek człowiekowi strykiem
Lecz ty nie daj się zgnębić
Lecz ty nie daj się spętlić
Człowiek człowiekowi szpadą
Człowiek człowiekowi zdradą
Lecz ty nie daj się zgładzić
Lecz ty nie daj się zdradzić
Człowiek człowiekowi pumą
Człowiek człowiekowi dżumą
Lecz ty nie daj się pumie
Lecz ty nie daj się dżumie
Człowiek człowiekowi łomem
Człowiek człowiekowi gromem
Lecz ty nie daj się zgłuszyć
Lecz ty nie daj się skruszyć
Człowiek człowiekowi wilkiem
Lecz ty nie daj się zwalczyć
Człowiek człowiekowi bliźnim
Z bliźnim się możesz zabliźnić
L'uomo per l'uomo è lupo
L'uomo per l'uomo è capestro
Ma tu non lasciarti abbattere
Ma tu non lasciarti impigliare
L'uomo per l'uomo è spada
L'uomo per l'uomo è tradimento
Ma tu non lasciarti annientare
Ma tu non lasciarti tradire
L'uomo per l'uomo è puma
L'uomo per l'uomo è peste
Ma tu non cedere al puma
Ma tu non cedere alla peste
L'uomo per l'uomo è piede di porco
L'uomo per l'uomo è tuono
Ma tu non lasciarti intontire
Ma tu non lasciarti stritolare
L'uomo per l'uomo è lupo
Ma tu non lasciarti sconfiggere
L'uomo per l'uomo è l'altro
Con l'altro puoi rimarginarti
- Cała jaskrawość / Tutta l'intensità
- Jak / Come
- Biała Lokomotywa / Locomotiva Bianca
- Deszcz tropikalny / Pioggia tropicale
- Przebyłem noc właśnie / Ho appena oltrepassato la notte
Cristanziano Serricchio
Piccoli segni
Sarai con me quando vedrò l'anima
spoglia del sogno terreno librarsi
con la sua veste pura
nel cielo chiaro del nuovo mattino.
Mi darai la mano a riscoprire
il cammino del cuore, i lunghi viali
percorsi, le albe d'oro e i tramontì,
qui, il tesoro delle parole perdute.
Salirà il lento vascello a scoprire
paesaggi diversi oltre il mare colmo
di queste ore, immagini e rumori,
silenzi e aromi d'un viaggio interminato.
Piccoli segni a cercare, anche nel buio,
oltre le invisibili rive del tempo,
l'eterno, che ha dentro sé questa breve
tenera luce del sole e della neve.
1
A Mario Luzi
LA PAROLA
Sta morendo, fragile, incompresa,
violentata da tempo.
Inaridito il suo fuoco
se accendeva di linfa vitale
radici profonde e l'antico tronco.
In questi nostri tragicí anni,
sovvertita la fede e la verità
del mondo e della vita, oscura,
ambigua, non ha più forza la parola,
condannata attimo dopo attimo
dall'insidia dei male che ci sovrasta.
Anche l'amore muore insoddisfatto,
sofferente e umiliato,
per le vie dei sangue e del dolore.
In ogni plaga di sperduti continenti
dove si levano le mani del soffrire
si è fatto scempio dell'umano vivere.
Si guarda tutti, non più con occhi
di bimbi, ma con angoscia e indignazione,
l'ansia gioiosa del giorno che ci è tolta.
Al grido dell'uomo caduto
nel suo stesso sangue e dei figli
al sorgere o al morire del sole,
risponde il silenzio e la condanna
dei sogni di speranza delusa.
Fratello Poeta, che altro non hai
se non ciò che, in alto luogo e qui, Tu sei,
e conosci l'inganno in cui si vive,
tuo, a chi segna il cammino,
è il sacro insistente invito:
"volgìti e guarda il mondo com'è divenuto,
poni mente a che cosa questo tempo ti richiede".
A Mano Luzi
NEL GRAN FIUME DELLE PAROLE
Nel gran fiume delle parole
Tua è l'universa luce delle stelle,
formicolii di ammassi galattici,
miriadi ellissi e spirali invisibili
di mondi senza confini, gli occhi fissi
da questo notturno silenzio
a quel fluire incantato di aloni
vibranti vitale armonia e amore
nell'equilibrio infinito del creato.
Qui tra le foglie stride continuo
il canto celato dei grilli, e attorno
al lampione solitario si affanna
alto il vorticare delle falene.
Quali i loro messaggi segreti,
e quelli lassù indecifrabili di luce?
Narrano ad uno ad uno i sette giorni
del Fiat e la potenza della Parola?
Ecco i segnali, i rimandi, gli incroci
e le scie pulsanti da quelle mani,
fiumi di comete negli oceani di galassie
piramidalmente osannanti la Parola
che plasma e crea, dita festose
di fanciullo che apre al vento il suo aquilone.
Abbacina la mente il volo e l'eterea
luce dilagante da lontanissimo fuoco.
Un caro ricordo per Mario Luzi, grande poeta a testa alta.
Per il 3 maggio era atteso qui a Modena, per una serata in suo onore, ospite dell'Assciazione Le Avanguardie e Bollettario, in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune.
La paura di non poter parlare di
Mario Luzi
La Costituzione, per come si presentò e per come l’abbiamo ricevuta noi che siamo suoi contemporanei, era una cosa molto bella, una cosa molto meditata, nel silenzio e nell’oppressione, durante il fascismo, da uomini di prim’ordine, non solo giuristi. C’erano uomini che avevano una esperienza anche politica negativa e quindi cercavano di risarcire questo male subíto dalla dittatura… uomini pregevoli… ne ho conosciuti parecchi, a cominciare da Calamandrei …
Io ero più giovane di loro, ma erano stati anche maestri dell’Università, oppure erano clandestini in esilio. Io ho avuto modo di avvicinarli, ma non posso dire di essere stato loro amico. Certo ho subíto e sentito la loro autorità .
La Costituzione è un documento che fa veramente onore alla cultura italiana, alla tradizione giuridica italiana.
Grandi violenze anticostituzionali nel periodo post bellico non ne ho registrate, invece in periodi più recenti mi pare si intacchi la Costituzione continuamente, con cose subdole come tentativi subdoli di legislazione ad hoc, per interessi particolari o di fazione… è un momento deprimente.
da Babilonia dreaming
RIME IRAKENE di
Francesco Muzzioli
Dal romanzo inedito
La donna che non c'è di
Roberto Di Marco
Capitolo 8
Capitolo 12
da Bollettario anno VII n° 19/20 Gennaio / Maggio 1996
È necessario un chiaro progetto alternativo di
Nadia Cavalera
da novembre in libreria Salentudine di Nadia Cavalera Marsilio, Venezia 2004
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