Soggetto storico emergente: donna (domina=
padrona). padrona di che? ("ìo mi tengo Il mio niente" dici).
se ad esempio penso a mia madre che ha
sessantaquattro anni è sola e grigia
e malata alle coronarie
se penso
a mia madre la parola "padrona" si mette a ridere
sghignazza anzi - ché non c’è mai stata
padronanza nella sua vita se non di un cervello
e di un cuore portato a spasso per il poco mondo
lasciatole da girare - lei giramondo
gran mente larga come il cosmo e vasto
cuore ma fatto schiavo da una volontaria
obbedienza a "doveri" autoimposti
e penso qua
al nero ruolo di donna che almanacca tutti i giorni
le merende le pastasciutte le pentole le camicie
il sapone le calze le scadenze la sveglia.
il vaso da notte i ventisette la scuola
dei ragazzi il cane che abbaia la colazione
la cena il pane il companatico e a te
che stiravi e pensavi
che mettevi lo sformato nel forno che scaldavi
centinaia di volte il latte che levavi la polvere
che facevi la serva a mio padre il quale
(tuo coetaneo) gira sempre per il mondo e lascia tracce
- lui così nienteniente umanamente così
inutile - tu così grande così mondiale tu
ricca e assente tu scomparsa col tuo cognome non tuo
(maschile anche quello) infine mangiato
dalle anagrafí e così debole così magro un nome
così bambino
tu madre-bambína
bambina
e nonna.
ché se penso al silenzio
che ti ha circondata sempre al torto alla sparizione
alla dignità alla grandezza alla tua fronte
alta e pure così frontalmente umiliata
al mensile-elemosina al silenzio
alla coerenza al coraggio alla resietenza alla lotta
sorda e nera per un pezzo di esistenza
condizionata
allora si che mi viene da ridere
a pensare l’uomo soggetto della storia:
tu sei il futuro e presente soggetto - la tua
durezza la tua stanchezza il vuoto di vittoriosa
che non vuole stravincere su quell'omettino
che gira da padrone con assegni in tasca
elargendo niente - padrone solo per la tua forza
ricco per i tuoi dolori - capo per il tuo essere
corpo cheto - uomo che dà solo ciò che da te
prende - uomo di segature di fregature
che tu vecchia madre continui a riempire
e a tenere in vita