Gli intellettuali e i letterati italiani, come la stragrande maggioranza della popolazione, ripudiano la guerra. Nel senso che - per chi dovesse essere ancora preda di turbamenti interpretativi - la rifiutano completamente (e con tutto il gelido distacco e chiaro disgusto che il termine evoca) "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". In perfetta linea dunque col dettato costituzionale e con la propria coscienza morale.
E questo numero 29 di Bollettario, che raccoglie le testimonianze di oltre cinquanta autori tra poeti, scrittori, artisti, critici e operatori culturali, ne è inequivocabile conferma.
Che deve far riflettere.
Tanto più che va vista come una punta dell' enorme variegato iceberg del no, che il Governo dovrà pur considerare se non vorrà infrangerci contro la sua ondivaga fonda-mentalistica imbarcazione aggressiva.