Si dice che č una guerra etica. Una contraddizione in termini che maschera
la mancanza di una motivazione politica. Sta qui una delle differenze
rispetto alla guerra del Vietnam. Lā erano di fronte due ideologie e due
visioni del mondo, e glu Usa intervennero con motivazioni, appunto,
politiche e ideologiche. Oggi il potere si presenta come puro dominio, senza
pių bisogno, o capacitā, di egemonia (in senso gramsciano, come č ovvio).
Deve ricorrere al moralismo e alle mitologie di massa diffuse dai mass-media
che tale moralismo accentuano. Ma fra potere e mitologie, fra la logica del
puro dominio e la distribuzione di miti e di sensezioni di massa che si
fondano non sulla ragione ma sulla colonizzazione dell'inconscio, c'č ormai
un vuoto.
Lo stesso vuoto, la stessa mancanza di motivazioni politiche e di ideologia,
sta nella sinistra che si oppone alla guerra (e anche questa č una
differenza rispetto agli anni del Vietnam). Di qui la situazione drammatica
di spappolamento di ogni prospettiva, da una parte come dall'altra. Se una
parte impone l'insignificanza , l'altra si limita ormai a subirla e ad
accettarla come orizzonte normale o "naturale".
Contro la guerra o la sinistra riscopre una politica, un'ideologia e un
insieme di valori e di prospettive o sarā travolta dalla logica di puro
potere che č la logica stessa del mercato e della forza.