Vedi i mattini tra le pareti di sogno
entrare di tinte verso il velo a trascriverne
l’apertura delle ante del giorno;
vita a coglierne il senso recuperato
un fiore d’erba tra copertine mai aperte e
invece oggi nell’agenda che è già
camera inauguri la radura che stava da anni:
le foglie-orme da riandare nelle stanze
segrete come
poi serve ed è felice una casa per fare sesso
o mangiare, non solo:
scrivere di nuovo e poi chiamarlo
amore quel vagare di lettere in movimento:
il fondamento in oggetti nascosti da rivelare
che se poi continua in qualche
modo e sarà infinito qui è cominciato
tante volte, in queste camere.
Poi vuoi sapere gli oggetti: il calendario
Pirelli 2002 aggrappati a quel futuro casto di strada,
a dire poi nel 2500 o nel 3000,
si farà ancora? saremo ancora causati
in altre camere (vedremo ancora figure negli
arredamenti, l’oltrevita a consumarci
o il nulla).
Ma poi quello che siamo nella selva di piante
ed è il salotto tra i tanti amici,
e l’acquario e la mail stampata e nascosta.
Chiamo Alessia che ha deterso il letto
nella stanza più lontana dalla strada della polvere
o Santa Chiara (utile, inutile il chiostro),
qui da oggi non è più uguale il senso
la parola (squilla il telefono e tra i rami
immaginari prendi il frutto di una voce):
c’è anche una lettera (dicono)
e gioisce l’archivio.
Camera
(dell’amore)
1
L’impatto dell’aurora sgretola domestiche
costellazioni del latte mattinale
piovuto in calme sillabe fino ai bagliori delle cose:
la partita si compie a poco a poco
lei è la dama in vesti per farlo, io il cavaliere,
il letto di campo di gioco, la camera
degli espressionisti il contenitore privato:
risultato patto alla fine dei liquidi:
spartizione di gioia in gocce.
Camera
(della poesia)
2
Leggerezza, sì, cerchiamola la parola,
qui tutto si compie nell’inchiostro
a brillare in iridescenze
in posa di fragola e luna:
lì bisogna arare il tempo
e il luogo visibile per pochi è lo studio
sulla liquida marina di parole nella mistero
di gigli o sensualità di conchiglia: a invadere la scena,
ispiratrici involontarie le ragazzine-modelle
nel giardino, spargono pennellate di parole.
Camera della poesia, studio disseminato
dalla carta dei libri
rifugio dei misteri stellanti,
nella luminosità che si trascrive
a bucare le vetrate e le tende.
Camera
(la galleria d’arte)
3
Non sapere che ci fosse sempre lì nella via
da anni, ora è fragile storia; il non averla
visitata è stato aumentare
il frutto-sorpresa di adesso o otto anni fa
ne iniziava la favola; il gallerista è finito ed altri
tra le teche e le cornici
cose di tinte raccontano, con distacco
d’amore per fascini-comete più grandi.
Tra due stanze in limine un artista svedese
apre un mondo anche lui come altri,
in bilico sulla soglia sognare recuperati naufragi.