La vera mistica forse consiste
essenzialmente nel saperne
l'elitaria indicibilità
e nel comsiderarne l'inesprimile
come nobile endocardio di silenzio
come oggetto di desiderio
perseguibile nell’arsi della ricerca
ma inappetibile aleatorio segreto.
In materia chiara o scura alterna
il fondo s'intimizza e s’addensa
e riduce dello sguardo acuto
il rilievo, come coscienza sapíente
dell'essenza pura che non si espone.
Ma è la profondità dell'oceano
a complessare a limitare l'umana
esrlorabilità che cede ai limiti
della potenza divina
nel possesso e nella difesa.
Rimane un dono d'ombra bianca
come a voler sapere l'essenza
intima inattingibíle dell'amnios
il primo cupo nostro mare
che nel terrore del deslo fin-ile
solo per verba e nostalgia ci chiama.
E la Divinità nel proprio immenso
elude o per abbaglio o per ima
oscurità o per fantasmagorìa inppetibile.
Inseguire Dio con la visione
è accecarsi di altezza e profondità
d'arsi ed imità
di una luce eccelsa abbagliante
per l'intensità e quidditas metafisica.
Quali luci e colori dal desìo
invocati come principio
d’altra vita nel cedimento
delle facoltà d’essenza.
Ma parola e luce abbaglianti
tolgono il respiro virano attenzione
turbano equilibrio e cenestesi
con amnesie fulminee e ritorni
di scintille retiniche baluginanti
quasi automatiche virtuali riprese
dei bersagli in microabissi terrificantì.
Dall'orizzonte con le rondini
giunge triste il suono della primavera
con note di radici estasiate
e gemme in amore sui rami
citoclesi fervida di rinati cuori.
Poco vale la veglia notturna
per incontrare messaRr,,eri
cortesi di buona stagione.
L'atmosfera uintosa è troppo offesa.
Sì attende 1 immagine ascetíca
di mondo deterso ecosofico.
La nal--ura ricerca neoparole intime
rispettose ecbi trasrarenti
panorami eusenetici
di fiduciosa sacra umanità.
Nel riroso del tenue silenzio notturno
appartarsi in sogno di ricreazione.
Un'oncìa spaesa ],a quiete
d’una conchiglia sonnolenta
un gabbiano planando muto
scruta con sufficienza l'esìstenza.
Ancora mani sapìenti
bussano sui libri aprendoli
risrettose pietose ansiose sul segreto.
Galleggiano quasi ali del vento
del manto del cielo
del canto di. ficton e plancton
inverosimile microvita obsoleta
inno muto riservato all’essenza.
Il tempo non perdona
ne guardo ed ascolto passare la coda
retroguardia non si arresta balzella
nulla disperde senza nostalgia
non ritorna en attendant Godot.
Ora nella quíete vi assomiglio
elicate libellule calate
dalle cosmiche munifiche navate
aIla mia finestra incandescente
di voli e fugbe.Vorrei aereo
prendervi per mano tattilizzarvi
colloquiare i nostri silenzi
le grida di anime fatue indifferenti
a tempi luoghi esibizioni
così per sentieri di foglie
e fiori particolari di vocali
deterse specchi infrangibili ,
di colorì profumi semiosì
sinciziale, clamanti le vostre
intime armonie e memorie.
Sostare come vero soffio dì pace
questo sogno ideale senza fine.