Così la luce immota della luna
ormai matura dell'estrema notte
d'agosto, poco più in là della piazza
dove durava ormai da ore il gioco
del pallone, le grida di ironia
o di applausi, e le campane che sonavano
dall'alto di vigneti e rare nuvole
azzurre: presto, oh infinitamente
presto prima che la notte si muoia
con le stelle e col vento, e il pudico astro
possa celarsi davanti a tanto scandalo:
era silenzio, ora, chiuso era il campo,
mentre determinata ora e leggera
risaliva di corsa in alto, oh
le rughe di Monforte innargentate,
balzamo fino il lago d'uve e pomi,
così dolce, tremava un poco d'ansia
la ragazza abbassando la maglietta
bianca, rassegnata e, insieme, fiera
ma pur senza volere che imperioso
il misterioso dio fra le fronde
ampie del platino facesse il cenno
fatale: le mammelle, allora, poi
più ancora in basso, fino ai fianchi e al pube
liscio, e alzò il capo, contemplando
d'oro brunito le membra, ah placata
nell'istante in cui fu della parola
in mio domìno.