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MODENA


  Modena, città per i più della Ferrari e della Maserati, per altri della Ghirlandina e del Duomo, la capitale, nel '600, del Ducato d'Este, la città di Tassoni e la sua secchia, di Ludovico Antonio Muratori, del Delfini, ma per i cultori di tradizioni popolari, la città anche della Bonissima, la statua incastonata nel palazzo comunale, ad angolo tra via Castellaro e piazza Grande. Una statua piccola ma così famosa da dar luogo, per indicare una persona di grande notorietà, al detto "conosciuto come la Bonissima". Chi era? La leggenda la vuole ora generosa dama che in un tempo di carestia soccorse la sua città, ora una semplice fruttaiola, ora omaggio a Matilde di Canossa, con in mano una melograna. Studi però più recenti e molto accreditati la vedono meglio quale simbolo dell'antico ufficio della Buona opinione, detto anche delle Bollette, cioè della Buona Estima, della Buona Stima, in dialetto modenese "Bona ésma", poi "Bonesma" quindi l'italiano "Bonissima".
Infatti, se in nessuno documento relativo all'epoca delle prime menzioni, si accenna ai motivi popolari, sempre invece, nelle cronache delle tre diverse collocazioni che ha avuto nei secoli, si nota, inequivocabilmente (come dimostra in un suo studio, Giulio Bertoni), la sua stretta dipendenza dall'Officium bullettarum o della Buona opinione (n.d.r.).

Da pubblicazioni divulgative del Comune


LA BONISSIMA



  La statua di donna chiamata la "Bonissima", ora situata all'angolo del palazzo comunale con via Castellaro, era collocata nel XII secolo nella piazza del Comune "[…]…(nel 1268)…Dicto die ultimo Aprilis erecta fuit Bonissima in statua marmorea in plateis civitatis Mutina, ante officium bullettarum…" (cronaca del modenese Bonifacio da Morano). La statua fu trasferita, dalla piazza all'angolo del palazzo del Comune alla metà del '400 "fu tolta via la Bonissima de su la Piazza, et era in su uno quadro grande e grosso di malmore in su quattro colonele basse, e fu posto in el muro del palazzo de Modena, sopra le bolete e del quadro dove era posta suxo, ma fu fatto colonnelle e messe in el zardin del Signor in Modena…" (4 luglio 1468, cronaca modenese di Jacopino de'Bianchi detto de' Lancillotti). Trent'anni più tardi la Bonissima subì un altro piccolo spostamento verso l'alto, occupando l'attuale posto.
Ai piedi della statua nel lastrone di marmo che faceva da piedistallo erano scolpite le unità di misura in uso nel XIII-XIV secolo, per evitare frodi commerciali vi vennero scolpite tutte le misure mercantili come: il passo, il braccio, la forma dei mattoni e dei coppi, le mine da biada e la misura delle suole delle scarpe. La pertica, data la lunghezza, era incisa sul pilastro delle scale d'accesso del Palazzo del Comune (Statuta…1327, libro I rub.XCII). Quando la statua fu spostata e il piedistallo distrutto, alcune misure furono riportate all'esterno del Duomo nella parte absidale centrale dove sono tuttora. 
La statua, situata originariamente nella piazza davanti alla Domus de Bona Opinione od Officium bullettarum cioè all'ufficio istituito dal Comune per il controllo del mercato (Statuta…1327,libro I, rub.LXXXX). L'ufficio della Bona opinione o delle bullette era costituito da un ufficiale avente più di 40 anni e da un notaio di almeno 20 anni che duravano in carica sei mesi ed erano eletti dal consiglio generale (Statuta…1327,libro I,CLXXXII). L'ufficio aveva competenza su tutte le misure mercantili usate nella città (sia di lunghezza che di capacità) che dovevano essere controllate e bollate se corrispondenti a quelle ufficiali tenute in custodia dallo stesso ufficio e in gran parte riprodotte sul piedistallo della Bonissima. Un altro ufficio simile, ma con competenze più vaste e varie, era l'Ufficio delle Vettovaglie, presieduto da un giudice e da quattro notai, che vigilava soprattutto sulle società d'arti e mestieri.


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ultimo aggiornamento: mercoledì 17 dicembre 2003 17.04.24
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