Franco Cavallo
Totale insipienza
Afghanistan 7 ottobre 2001
Questa volta il motivo c’è stato, e sono
state le torri di Manhattan. Non il petrolio
del Kuwait o il marxismo retrogrado (e
autolesionistico) di Milosevic, ma due aerei
di linea che, dopo essere stati dirottati, si
sono infilati come comuni coltelli da cucina
nel burro delle torri gemelle, mentre altri
due aerei andavano a schiantarsi uno su
un’ala del Pentagono e un altro in un
bosco...
La catastrofe, bisogna riconoscerlo, è stata
enorme. Per la prima volta gli Stati Uniti
sono stati colpiti al cuore sul loro territorio.
Una ferita profondissima, tremenda, difficile
da rimarginare. A parte le migliaia di morti,
i simboli della grande mela e del progessismo
americano hanno paurosamente vacillato; il
sistema politico ed economico del paese
più potente della terra è stato scosso dalle
fondamenta...
Ci si poteva aspettare un atto di resipiscenza,
non dirò di autocritica, prima di intraprendere
una qualsiasi azione, e invece no: ancora
una volta, come già due anni e mezzo fa
in Jugoslavia, si è preferito ricorrere allo
espediente più semplice: le bombe...
Bombe cosiddette intelligenti; che per essere
tali colpiscono indifferentemente le pietre
scabre e desolate del desolato Afganistan e
i depositi della Croce Rossa, che si abbattono
sulle moschee, sugli ospedali, mietendo vittime
tra i cittadini inermi (perlopiù gente denutrita
e affamata), e che riescono perfino a distruggere
le postazioni dei presunti alleati...
Rispondere al fanatismo integralista con un
integralismo altrettanto fanatico (la convinzione
di poter risolvere tutto con la forza, con la
potenza militare) non può che significare una
sola cosa: non aver capito niente, ma proprio
niente, né dal punto di vista strategico né da
quello militare (non dirò da quello etico), delle
ragioni che hanno contrassegnato gli avvenimenti
internazionali degli ultimi cinquant’anni.
Oggi il mondo si trova sull’orlo di un baratro.
Se questo baratro dovesse ulteriormente
allargarsi, finiremmo tutti col precipitarvi
dentro: non ci sarebbe salvezza per nessuno.
Per questo la guerra, che è sempre stata la
più stupida delle opzioni, oggi è doppiamente
stupida.
Fino a quando non ci sarà comprensione per
le ragioni dell’altro, non ci potrà essere pace
sulla terra. La globalizzazione si compirà, sì,
ma sotto le bombe, tra montagne di cadaveri
e interi paesi rasi al suolo.
ultimo aggiornamento:
mercoledì 17 ottobre 2001 10.48.32
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