Lontano l'un dall'altra, pur se vicini,
noi siamo stati la stessa cosa.
Né il vento che piega le canne,
né la canna piegata dai venti.
Lascia che baci la tua fronte d'oro -
marchiata dall'affanno di un'anima santa,
lascia che aspiri il tuo incenso di parole,
e lascia che mi tormenti, caduto per mano tua.
Lungo il contorno delle mie nere pupille
scorre il bianco dell'infinito,
e la terra girando
parla la mia voce universale.
Sui palmi delle mie mani,
e nelle rughe della mia fronte
c'è la polvere dei tempi passati,
ci sono templi profanati e spogli.
Le fertili terre delle mie orecchie
son solcate ancora dagli horovel1,
e nei solchi ci sono lacrime fredde,
e sangue caldo c'è nei solchi ancora.
Sull’ingiallita pelle della mia memoria
ci sono cicatrici a migliaia, ferite ci sono tante,
e dalle mie labbra febbrili contratte
scorrono parole della valle del sole...
Lascia che baci la tua fronte d'oro -
marchiata dall'affanno di un'anima santa,
lascia che aspiri il tuo incenso di parole,
e lascia che mi tormenti, caduto per mano tua.